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Il teatro Marrucino restituito alla città, questa sera in scena La Traviata di Giuseppe Verdi - FOTO

“Verso una tradizione inclusiva”. È più di uno slogan. È punto d’arrivo, ossia l’epilogo della ristrutturazione avviata a giugno e portata a termine a fine settembre nei tempi previsti dal progetto. Ma è anche punto di partenza per la “Cultura che non si ferma”, come sottolineato dalla Soprintendente Rosaria Mencarelli anche in rappresentanza del Ministro Dario Franceschini. E “per una Istituzione”, spiega il sindaco Diego Ferrara non nascondendo una vena di sincera commozione ed orgoglio, “da consegnare non solo alla storia della città ma a quella dell’Italia intera”.

Il Marrucino torna ai teatini e a quanti hanno nelle proprie corde i valori che solo una città di radicate tradizioni può veicolare. Nel corso di una sobria ed emozionante cerimonia condotta dal giornalista Nino Germano, il “teatro di tradizione”, qualifica istituita per quello teatino e per altri ventotto teatri italiani dalla legge 800 del 1967, torna nella disponibilità di un ampio territorio che vuole allargare i propri orizzonti di confronto e di conoscenza. Grazie al finanziamento di 657.847 euro licenziato dal Ministero dei beni culturali nell’ambito del Piano Stralcio “Cultura e Turismo”, alimentato dal Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014/2020, ed alle disponibilità, anche regionali, intercettate dalla Deputazione Teatrale, il Marrucino vive la sua terza “restituzione” nei suoi duecento anni di storia da quel lontano 14 gennaio 1818, giorno della inaugurazione.

Nel quale la Cenerentola di Rossini ne consegnò i fermenti artistici ad una platea entusiasta. Il primo incisivo maquillage risale alla seconda metà del 1800, seguito dalla riqualificazione del 1972. Fra le pieghe di questi due secoli, altre “riorganizzazioni” diremo di “trucco e parrucco”, per lo più interventi tampone. Lodevoli ma certamente diversi da quello che ieri si è celebrato.

Adeguamenti per la sicurezza e per l’accessibilità dei disabili, rimodulazione del sistema delle sedute con poltrone dotate di monitor sullo schienale per offrire le informazioni di servizio sulle rappresentazioni a particolare beneficio dei non udenti. Ed ancora: nuovo pavimento in platea di legno massello, ingresso dotato, invece, di lastricatura a scacchiera in marmo portoro bicromo, installazione di un ascensore nell’ingresso del cortile di Palazzo Martinetti funzionale anche ai servizi amministrativi e di una piattaforma elevatrice collocata nel foyer che consente di accedere direttamente al palcoscenico, rifacimento del sistema di illuminazione e degli accessi ai palchi, inclusione nel sipario di servizio del logo recante l’Achille a Cavallo, installazione di monitor nell’atrio. Il “regista” del procedimento di riqualificazione è l’architetto Aldo Giorgio Pezzi della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio delle Province di Chieti e Pescara. Direttore dei lavori il suo collega Salvatore Polimento. Staff composto da Emanuele Criber, Marialuce Latini, Eliseba De Leonardis, Wilma Rutolo, Marco Desiderio, Piero Quaranta. Nutrita la presenza di rappresentanti delle Istituzioni civili, militari e religiose.

Per l’arcivescovo metropolita di Chiei-Vasto, Bruno Forte, “il teatro è luogo di cultura e di democrazia, ed il Marrucino ne è un autorevole esempio”. Appassionato l’intervento del senatore Luciano D’Alfonso: “Dico forza Chieti ed evviva il suo teatro perché ritengo il Marrucino trainante per tutta la cultura adriatica, questo luogo favorisce il giudizio critico, misura la bellezza e permette di ritrovare vincoli e legami”. Per il commissario alla Ricostruzione Giovanni Legnini il Teatro teatino è “espressione di identità e vitalità”. Di analogo tenore, “luogo identitario forte”, il commento dell’onorevole Gianluca Vacca, sottosegretario alla Cultura nella passata legislazione.

Il vicesindaco ed assessore con delega alla cultura Paolo De Cesare, che conferma l’accordo raggiunto con la Soprintendenza per le sinergie programmatiche tra il Marrucino ed il parco archeologico dell’Anfiteatro Romano della Civitella, rende merito “a quanti hanno creduto in questo ambizioso progetto, con particolare riguardo all’infaticabile direttore amministrativo Cesare Di Martino ed al direttore artistico Ettore Pellegrino”. Tra gli ospiti, l’ex sindaco di Chieti Umberto Di Primio, il consigliere regionale Mauro Febbo, il senatore Nazario Pagano, il presidente della Provincia Mario Pupillo e l’ex presidente del CdA del Marrucino, avvocato Cristiano Sicari, che ha incassato unanimi ringraziamenti per l’eccellente lavoro svolto durante la sua gestione.

La conclusione spetta di buon diritto all’attuale “timoniere” del Teatro Marrucino, l’ingegner Giustino Angeloni, presidente del CdA e responsabile della Deputazione Teatrale: “Ho imparato ad amare questa prestigiosa Istituzione fin da bambino, ma quello era per taluni aspetti avvertito più come il teatro dei facoltosi che non del popolo… Bene, ora vorrei che il rapporto si bilanciasse, che il Marrucino diventi anche teatro delle famiglie e dei bambini, lo terremo aperto agli studenti e se servirà farò io stesso da cicerone a chi me lo chiederà, vorrei che il Marrucino esprimesse la voce principale del pil di Chieti”. Poi il coinvolgente ricorso alle icone della teatinità: “frequentare ed amare il nostro teatro”, spiega Angeloni, “lo dico a nonni e zii affinché trasmettano questi valori ai loro nipoti, deve equivalere all’amore per la processione del Venerdì Santo, al rispetto delle tradizioni familiari e religiose, alla passione per i colori neroverdi in Curva Volpi”. Certo, il Marrucino non è uno stadio. Ma il paragone non deve apparire irriverente perché il pàthos, seppur di differente estrazione, è palpabile e lo spettacolo è comunque assicurato. Lo comprendiamo ascoltando il preludio alla Traviata, eseguito dall’Orchestra Sinfonica Abruzzese diretta dal maestro Marco Moresco ed ingentilito dalla esibizione del soprano Licia Piermatteo. Un gradito anticipo della esecuzione, di questa sera, dell’opera più famosa di Giuseppe Verdi. Per la prima ufficiale della nuova stagione, in scena sempre l’Orchestra Sinfonica Abruzzese. Direttore, l’israeliano Daniel Oren. Coro del Teatro Marrucino diretto da Christian Starinieri. Regia di Riccardo Canessa.


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