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Scritte blasfeme sul complesso ex Gil: l'edificio in completo degrado [FOTO]

E adesso compaiono anche le scritte blasfeme. Il complesso dell’ex GIL [“Gioventù Italiana del Littorio”, risalente alla fine degli anni 30], di proprietà dell'Ente Regione, sprofonda nel più completo degrado. Agli inizi di agosto era stato annunciato dal consigliere regionale Mauro Febbo un finanziamento di 800 mila euro grazie al programma “FSC” [Fondi per lo Sviluppo e la Coesione] per il quinquennio 2023-2027. Ma il rischio è che per quando i finanziamenti saranno interamente disponibili i tre padiglioni di cui si compone l’attuale “Agenzia per la Promozione Culturale” della Regione Abruzzo, le cui funzioni sono ormai da tempo sospese a causa delle lesioni provocate alla struttura dal terremoto del 2016, subiranno ulteriore decadimento con lievitazione dei costi di ristrutturazione.

All’inizio dell’estate è stata fatta nell’area un po’ di pulizia con sfalciamento di erbacce ed arbusti spontanei. Ma ora la vegetazione ha ripreso il controllo dell’immobile, sempre più fatiscente, sempre più alla mercede di balordi che ne hanno violato ingressi ed infissi scaraventando nel piazzale che affaccia su Via della Liberazione sedie ed arredi. Dall’esterno sembra la solita opera incompiuta lasciata in balia dell’usura del tempo e dell’incuria degli uomini. Ed ormai si stenta a ricordare il breve periodo di ripresa di attività culturali con tanto di biblioteca e centro convegni che avevano illuso la cittadinanza durante il mandato del governatore Giovanni Pace. Tra l’altro, le condizioni della “Casa dello Studente”, così romanticamente a Chieti si individua l’edificio dalle caratteristiche “mattonelle rosse” perfettamente incastonato nell’ecosistema della Villa Comunale, si riflettono anche sul sovrastante piazzale “Sergio Ramelli”, anch’esso inagibile e dunque interdetto al pubblico per ragioni di sicurezza.

“Abbiamo inoltrato denunzie ed esposti alle autorità competenti”, spiega Mauro Febbo, teatino e quindi ancor più sensibile alle esigenze di tutela e rilancio dell’ex GIL, “purtroppo i problemi di ordine pubblico attinenti ad atti vandalici sono difficilmente contemplabili nella programmazione del recupero che pure ci ha visto impegnati nel reperimento di idonei finanziamenti, i tempi di erogazione degli stessi, però, e qui bisogna essere chiari, non possono essere compressi perché le risorse sono da riferire alle prossime annualità, quel che invece si può fare nel breve periodo è mettere in sicurezza l’intero immobile mediante fondi dedicati da individuare”. Lo status-quo trasforma una vicenda tecnico-burocratica, quella del recupero e dei suoi tempi, in un dubbio epocale: l’ex GIL avrà un futuro? Si nutrono fondati timori, e si attendono pertanto rassicurazioni eventuali da parte dell’assessorato regionale alla Cultura, circa il riattamento della struttura alla funzione originaria. Allo studio piani alternativi di riutilizzo. Come quello di sede museale per il “Museo D’Arte Costantino Barbella”, attualmente allestito in un’ala del palazzo Martinetti-Bianchi, anch’esso lesionato da eventi sismici.

A questa ipotesi sta lavorando proprio il consigliere regionale Mauro Febbo. Contatti informali di “prefattibilità” sarebbero stati avviati con l’Amministrazione comunale. Un’altra opzione pure ventilata dal passa parola cittadino avrebbe potuto riguardare anche la Direzione Regionale del Polo Museale la quale, dopo un primo sondaggio per Palazzo Massangioli in Piazza Umberto I, sembra però essere destinata ad allocarsi nella realizzanda Cittadella della Cultura. E tale indirizzo alla fin fine potrebbe star bene pure alla Regione per spostare, sempre nel sito dell’ex Ospedale Militare, già Convento Sant’Andrea dei Frati Zoccolanti, l’Agenzia per lo Sviluppo della Cultura con la sua biblioteca. Che a quel punto troverebbe sinergica sistemazione in tandem con l’ex Biblioteca Provinciale, ora regionale, “A.C. De Meis” in predicato di lasciare la sede temporanea di “Theate Center”. E qui si ripropone il citato dubbio. Che fine farà l’ex GIL se dovesse essere svuotato delle attuali, seppur sospese, funzioni? Il finanziamento di cui si parla sarà ancora utilizzato per quel complesso, oppure sarà dirottato altrove? Di sicuro, allo stato, urge quantomeno arrestare il degrado. E coprire, giusto per iniziare, quelle scritte blasfeme. E perché no intensificare la vigilanza. Il discorso non è [solo] di credo religioso ma diviene etico e di buon gusto. Oltre che di immagine per la Città. Chi posteggia in Via della Liberazione, per poi accedere alla Villa Comunale, magari accompagnando i propri bambini, dalla scalinata sviluppantesi tra le mura di cinta del parco ed il terzo padiglione della Casa dello Studente, subisce un vero pugno allo stomaco nel leggere scritte e graffiti che pochissimo spazio lasciano all’immaginazione. E questo Chieti non lo merita.


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