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Rocca San Giovanni, l'associazione riceve l'immobile in disuso dal Comune che poi ci ripensa: "Siamo delusi"

L'associazionismo è fuori moda a Rocca San Giovanni? Se lo chiedono dall'associazione culturale “Gli Amici dello Spuntone” rendendo pubblico quanto accaduto con l'amministrazione comunale, che prima avrebbe affidato ai soci un immobile in disuso salvo poi fare marcia indietro revocando una delibera mai attuata. 

“Un curioso evento è avvenuto nei giorni scorsi, qui, a Rocca San Giovanni - raccontano i soci de ‘Gli Amici dello Spuntone’ di contrada San Giacomo - dopo diverse richieste espresse all’amministrazione comunale di ottenere in locazione un immobile, da vari anni in disuso, da adibire a sede della nostra associazione, finalmente riusciamo ad ottenere il definitivo via libera da parte dell’ente con affidamento avvenuto mediante delibera di giunta comunale n. 12/2021, direttamente esecutiva”.

Ma, trascorsi diversi mesi dalla pubblicazione, prosegue il racconto “vista l’inerzia da parte dell’ente nella predisposizione degli atti necessari alla fattiva consegna dei locali, abbiamo presentato in Comune una lettera di sollecito per la richiesta delle
chiavi. A quest’ultima nostra missiva, però, non solo non abbiamo avuto nessuna cortese risposta da parte degli amministratori, ma addirittura veniamo a conoscenza di una seconda delibera di revoca, la dgc n. 43/2021, con la quale l’ente torna sui suoi passi revocando la concessione, e il conseguente affidamento dell’immobile alla nostra associazione”.

Secondo quanto appreso da presidente e direttivo, i motivi della revoca sono dovuti ad un ‘richiamo’ sopraggiunto dalla Corte dei Conti, “la quale, rilevate alcune ‘irregolarità/criticità’ finanziarie, richiama l’ente ad adottare idonei interventi atti a porvi rimedio” la spiegazione del Comune.

"Da qui - proseguono i soci - la brillante idea dell’amministratore comunale di affidare l’immobile in oggetto, non più all’associazione ‘Gli Amici dello Spuntone’, bensì ad una società attiva nel ‘sociale’ disposta a corrispondere un affitto più alto” .

Tanta la delusione. “Capiamo perfettamente le difficoltà finanziarie che tutti gli enti locali stanno attraversando e comprendiamo la necessità di massimizzare i profitti, così come apprezziamo l’idea di favorire il terzo settore - affermano i soci - ciò che contestiamo, però, è la scorrettezza dell’amministrazione comunale che ha proceduto direttamente alla revoca dell’affidamento senza avvisarci per tempo, dopo aver fissato unilateralmente l’importo del canone di locazione, senza darci la possibilità di effettuare una nuova offerta economica migliorativa, e soprattutto senza discutere i progetti che anche noi avevamo in programma di attuare al fine di favorire, allo stesso modo, attività ricreative a vantaggio di minori, giovani e diversamente giovani. A nostro avviso, ciò che traspare, è la chiara volontà di questa amministrazione di non voler affidare l’immobile alla nostra associazione".

E concludono: "La domanda, a questo punto, ci sorge spontanea: anche gli amici di tutte le altre associazioni del paese devono preoccuparsi di subire la stessa nostra procedura di revoca? Staremo a vedere”.


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