Segnalazioni

Movida, un residente: "Cambierà il 'facciamo come ci pare' (con buona pace di tutti gli altri)"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un residente e il commento dopo l'incontro fra il Comune e gli esercenti dei locali serali maggiormente frequentati.

Leggiamo l’ennesimo articolo sulla ‘movida’ a Chieti Scalo e sull’incontro avvenuto tra Comune ed esercenti che, immagino, siano quelli più direttamente interessati dalle chiusure recenti, operate dalle forze dell’ordine in seguito a reiterate violazioni della quiete pubblica e non solo, di un paio di locali per giovani e studenti universitari a frequentazione serale-notturna. Condivisibile anzi auspicabile il proposito che muove il sig Sindaco & Assessori preposti vari, di “stabilire una sinergia per il rispetto delle regole, trovare una mediazione fra le esigenze del comparto economico, provato dal Covid e dalla crisi energetica; quelle dei residenti che richiedono una convivenza sostenibile, soprattutto nelle ore serali e quelle del Comune e degli organi preposti al controllo del territorio, perché attività, ordine e sicurezza pubblica siano sempre assicurati.” E finalmente! - diremmo. Dopo un anno e mezzo di non solo ‘reiterate’ ma sistematiche violazioni della quiete pubblica, a base di 4 se non 5 serate danzanti a settimana, musica tecno a palla, praticamente una mega-discoteca all’aperto, per di più proprio di fronte alla caserma Carabinieri: diciamo che non è proprio il massimo dell’appropriatezza, se non altro in termini di immagine complessiva che ne deriva, oltre al fatto che i locali in questione sono contigui e magari sarebbe stato meglio non concentrarli in un unico posto...Ma di questo dovrebbero occuparsi, ab origine, i vari Organi e preposti di cui sopra, prima di rilasciare licenze, o no?).

Ma tornando nel merito della questione, e senza polemizzare sulla gestione della pubblica amministrazione, qui il vero punto è un altro, ed è che è stata utilizzata una forma di violenza sulle persone, cioè il loro diritto (sacrosanto) al riposo notturno, che è stato tranquillamente ignorato per mesi e mesi dai gestori esercenti di tali attività, che nonostante continui disagi, lamentele e richieste da parte dei cittadini residenti di adottare un livello di emissioni sonore più accettabile, ribadito loro dalle innumerevoli visite e controlli di Polizia e Carabinieri sollecitati dalle segnalazioni dei residenti esausti dal prolungarsi di tale situazione, hanno mostrato un atteggiamento di totale inaccoglienza delle loro richieste, portando di fatto la questione ad una situazione insostenibile per cui si è resa infine necessaria da parte delle Autorità la sospensione dell’attività e dei locali. Fa quindi piacere rilevare che ‘il clima dell’incontro di ieri sia stato molto collaborativo’ e che è intenzione di tutti fare in modo che si raggiunga un accordo tra le diverse istanze, anche se sorge spontanea la domanda su dove sia finito nei mesi precedenti alla chiusura dei locali questo stesso spirito di collaborazione da parte dei gestori degli stessi. Nelle parole del Sindaco, infine, emerge l’attenzione e l’interesse affinché si torni ad animare la vita della cittadina e che continuino le ricadute economiche sul territorio di tali attività. Benissimo. Ma che questo non avvenga a scapito non solo della serenità e della salute dei residenti ma anche – e soprattutto – a scapito di una concezione di comunità e dei rapporti sociali tra le persone che la compongono che oggi sembra sempre più in crisi e minacciata da prevaricazioni ed egoismi che semplicemente annullano le ragioni e i diritti degli altri. La nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri, diceva più di una mente illuminata. Ma non tutti evidentemente ne sono consapevoli.


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