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A San Giustino l'ultimo saluto a don Nerio, il prete della mitezza e del sorriso

Se ne è andato "relativamente giovane" (80 anni), se si pensa all'età avanzata di molti presbiteri della diocesi Chieti-Vasto ed in particolare di quella meritoria casa del clero della quale Bruno Forte lo aveva nominato direttore emerito. Togliamo pure il "relativamente" se la riflessione investe il suo approccio curioso e sempre verde ai misteri della vita. Addio (meglio "a Dio") stamani a don Nerio Di Sipio, prete garbato e con l'eterno sorriso dell'accoglienza e del dialogo.

Un sorriso colto, come nelle sue corde formative visto l'incipit dell'ordinazione sacerdotale per benedizione del monumentale Loris Capovilla, nell'ormai lontano 1969, l'anno dopo il '68. I giovani in piazza, lui fino a quei momenti in seminario per la rivoluzione silente di altri giovani. Innamorati del più grande rivoluzionario della storia, Gesù di Nazareth. Ma anche un sorriso modulabile sui profili dei suoi parrocchiani in quel di San Giustino del quale, dopo la nomina di don Fabio a parroco, era pure lì divenuto pastore emerito. Prima ancora, nei suoi trascorsi pastorali, la indimenticabile esperienza sacerdotale a Gessopalena durata 36 anni (pervenuto, a Bruno Forte, un ricordo affettuoso di don Nerio, firmato da Mario Zulli, primo cittadino di quella operosa comunità).

E poi quel suo amore per l'arte e la storia che lo aveva portato a salutare con giubilo la benedizione, dalla sua chiesa Cattedrale, impartita l’11 maggio 2021 dal segretario di Stato Vaticano, il cardinale Giuseppe Parolin, al cantiere di riqualificazione di Colle Gallo in piena "immersione" negli scavi di archeologia preventiva. Da quei giorni, fino a pochissimo tempo addietro, prima che la malattia prevalesse sul suo fisico, non passava attimo senza che si informasse con gli addetti ai lavori e con noi giornalisti sullo stato della "sua" piazza e dei tesori da essa custoditi. Chi scrive conserverà, al riguardo, con onore ed ammirazione le sue parole ed i suoi messaggi sinceri ed intrisi della sete di conoscenza.

A salutare don Nerio, al termine del suo percorso sacerdotale di ben 54 anni, è stata oggi la neve che ha raccolto nel suo abbraccio candido la toccante omelia di commiato, in cattedrale, dell'arcivescovo Bruno Forte (sul tema della "tenda" quale metafora del pellegrinaggio verso la Terra Promessa) e le preghiere di quanti, tantissimi, gli vogliono bene. Infine, dalla cripta di San Giustino, dalla quale amava officiare le sante messe, mille teneri "baci", affidati al libro delle dediche, per don Nerio nel giorno del suo "dies natalis" ed a lui, sacerdote ed uomo, un affettuoso grazie per quanto costruito nel segno della mitezza e della testimonianza. Col sorriso delle belle persone!


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