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"Commercio scientifico d'Europa col Regno delle Due Sicilie", continua il ciclo di conferenze "Cultura a Palazzo"

Il “Commercio Scientifico D’Europa col Regno delle Due Sicilie” [sottotitolo ‘Giornali, vaccini ed altre storie’]. Se ne è parlato ieri sera nell’ambito degli incontri “Cultura a Palazzo”, ciclo di conferenze promosso dalla Prefettura di Chieti e questa volta co-organizzato con l’associazione ‘Il Giardino delle Pubbliche Letture’ e la delegazione WWF Chieti-Pescara. Un segmento culturale e di antesignana comunicazione ‘mediatica’, se è lecito l’impiego di tale termine in un contesto di … 'appena' 230 anni fa, sviluppato con scorrevole e metabolizzata perizia dal relatore, il giornalista scientifico, nonché membro del CICAP [Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze] ed autorevole esponente del WWF, Luciano Di Tizio. “Ha la grande capacità di attrarre interessi, dove interviene semina”, così dice di Di Tizio il dottor Gianfranco Contini, psichiatra e psicoterapeuta [autore, tra altri contributi, del romanzo “Alla Fine del Dolore”, edizioni Tracce, 2006], che ha introdotto la relazione dopo i saluti del Prefetto di Chieti, Armando Forgione, del funzionario di Prefettura, Cinzia Di Vincenzo, e del Presidente Wwf Chieti-Pescara, Nicoletta Di Francesco. E di qui la carrellata di titoli evidenziati per il relatore [‘comunicatore scientifico con all’attivo oltre mille pubblicazioni, insegnante, sindacalista, presidente dell’Associazione Italiana di Erpetologia, animatore della Fondazione Immagine Chieti di Alfredo e Teresita Paglione], della quale Luciano Di Tizio si avvale esclusivamente “per fare del discorso scientifico”, così conclude Contini, “un discorso avvincente”. Ed allora eccolo qui, in sintesi, il “discorso avvincente” di questo Codice, o Rivista, del “Commercio Scientifico D’Europa col Regno delle Due Sicilie”. Di Tizio illustra la figura del ‘professore di medicina e di chimica’ Vincenzo Comi [Torano Nuovo 3 novembre 1765-Giulianova 10 ottobre 1835], che collaborò col celebre scienziato Luigi Spallanzani. E che, nel 1792, l’anno della proclamazione della Prima Repubblica Francese e della nascita di ‘Giovanni Maria Battista Pietro Pellegrino Isidoro Mastai-Ferretti’, il futuro Pio IX, in pieni fermenti geopolitici ed illuministi dell’Italia preunitaria, diede alle stampe l’ambizioso ‘Giornale’ scientifico. Che avrà vita breve, poiché edito in soli sei numeri, i cui originali sono conservati presso la biblioteca regionale “A.C. De Meis” di Chieti. Quanto basta, comunque, per fare della pubblicazione un poliedrico testo cult, per l’epoca, nei rami di chimica, fisica, storia naturale, medicina, farmacia, chirurgia, agricoltura, economia domestica, arti e manifatture. Nel mentre in Abruzzo si affermavano grandi personalità quali l’economista Ferdinando Galiani, nato a Chieti nel 1728; il marchese teatino Romualdo De Sterlich, erudito illuminista; l’aquilano Giacinto Dragonetti, giurista e magistrato; il teatino Antonio Nolli, uomo politico e filosofo; il tollese Nicola Nicolini, magistrato e presidente della Suprema Corte di Giustizia borbonica; il teramano Melchiorre Delfico, patriota.

Nocciolo centrale della disamina di Luciano Di Tizio, il tema di grande attualità dei vaccini. Settore precorso da Comi, che già nove anni prima del protocollo vaccinale contro il vaiolo, licenziato da Edward Jenner nel 1801 [anche se la scoperta del vaccino antivaiolo da parte del medico britannico era già avvenuta nel 1796], “parlava”, spiega Di Tizio, “del metodo di ‘variolizzazione’ nella provincia di Teramo, ispirata ad una vecchia pratica orientale del XV secolo, consistente nell’inoculazione preventiva di materiale organico [nel caso di specie prelevato dalla epidermide infetta o dalle pustole di soggetti assaliti da ceppi non letali del vaiolo] rivelatasi particolarmente efficace, secondo gli studi statistici riportati dal Comi, nella prevenzione infantile”. Per poi evidenziare come lo stesso Vincenzo Comi “lamentasse che, nonostante la pratica della variolizzazione fosse da anni conosciuta come efficace anche nell’Italia del 1792, avendo limitato la mortalità da vaiolo al 5%, molte famiglie erano inspiegabilmente riottose ad avvalersene per la tutela della salute dei propri bambini”. Come si vede ogni mondo è paese. Ed ogni epoca è attuale. Per spiegare dinamiche sociali che anche oggi generano diffidenza verso la Scienza ed i vaccini. E, per restare in tema, le ‘dinamiche’ innescate dal Convegno di ieri per i tipi di “Cultura a Palazzo”, hanno di conseguenza investito i temi della comunicazione nel veicolare e dare risalto anche alle tesi scettiche, a volte chiaramente negazioniste, del variegato universo “forse e no vax”. Una comunicazione corretta esige il rispetto di ogni punto di vista. Ma non può prescindere dal calibrare su piani differenti le ragioni degli uni e degli altri per il semplice motivo che sono i “numeri” poi a tracciare distinguo, differenze e priorità. Nella deontologica informazione scientifica non si pone tanto o solo la questione di dissertare sulla pari dignità di ogni posizione, presupposto di limpida condivisione, quanto, invece, la opportunità come tema “forte” e fattuale, di ragionare sui successi di larga scala, dimostrati da algoritmi inoppugnabili, che ogni campagna vaccinale ha da sempre prodotto.

E Di Tizio ricorre al caso emblematico delle teorie “terrapiattiste” per porre i giusti puntini sulle “i” del ragionamento che precede. “I” con la maiuscola, però. Come, per l’appunto, quella di una “Informazione” argomentata e sostenuta dalle tesi della Scienza. Anche di quella statistica. Dibattito finale con interventi di: Armando Forgione, Prefetto di Chieti [sulle perplessità sollevate dall’atteggiamento di scetticismo, per fortuna largamente minoritario, nei confronti dei vaccini “pur in un’epoca in cui, rispetto al passato, la libera circolazione delle idee contribuisce a favorire occasioni di approfondimento basate sul metodo scientifico”]; Pietro Diego Ferrara, Sindaco di Chieti e medico [osservazioni sulle fasi vaccinali -Farmacologia clinica, Efficacia, Studio multicentrico, Post marketing- e critica al “cavallo di battaglia degli oppositori al vaccino di contrasto al Covid19, ossia alla presunta mancanza di sperimentazione, quando ogni vaccino è in quanto tale ‘sperimentale’, per l’emergenza imposta dalla pandemia non è stato possibile rispettare a pieno i tempi della quarta fase ma questo ha consentito di salvare milioni di vite”]; Dante Orlando, medico internista [sulla testimonianza offerta dal rammarico dello scienziato Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America, per “non aver sottoposto mio figlio alla variolizzazione”]; Gino Di Tizio, giornalista [responsabilità dell’Informazione in tempo di pandemia]; e dello stesso relatore Luciano Di Tizio [sulla ineludibile necessità di verifica delle affermazioni e delle teorie “anche se provenienti da persona o soggetto autorevole”].

Argomento, quest'ultimo, nel quale Vincenzo Comi ha dimostrato di sapersi muovere nella società a cavallo tra la seconda metà del 1700 e la prima del 1800 con lungimirante ponderazione ed adeguata comunicazione. Conclusione di questa conferenza su “Commercio Scientifico D’Europa col Regno delle Due Sicilie” [‘Giornali, vaccini ed altre storie’]: “Il merito di ogni scoperta scientifica non va [solo] a chi ha un’idea vincente ma [soprattutto] a chi convince il mondo della efficacia di quella idea”.


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