Economia

Fiat fuori dal contratto collettivo, venerdì sciopero alla Sevel di Atessa

Sciopero di quattro ore indetto dall'Usb venerdì prossimo allo stabilimento Sevel in Val di Sangro. Protesta per i nuovi assetti contrattuali

L'accordo siglato il 12 settembre alla Sevel di Atessa sui nuovi assetti contrattuali verrà reso noto ai confaziendali firmatari il prossimo novembre.

La Sevel cambierà denominazione e procederà come avvenuto nello stabilimento di Pomigliano ad un licenziamento collettivo e successive assunzioni mirate vincolate dalla firma dell'accordo/contratto? Oppure applicherà l'accordo/contratto previsto per i futuri dipendenti di Mirafiori con eventuali modifiche e/o correzioni senza stravolgimenti societari?

Se lo chiede l’Unione Sindacale di base, che annuncia lo sciopero dei lavoratori venerdì prossimo dalle 18,15 alle 22,15. “Di fronte a simili scenari e al perpetrarsi di atti unilaterali da parte aziendale in merito alle regole che dovrebbero vincolare il rapporto di lavoro non possiamo restare indifferenti” dice Silvio Di Primio.

“La Fiat - si legge in una nota del Sindacato -  non ha più intenzione di rispettare le regole contenute nel contratto collettivo nazionale di lavoro  dei metalmeccanici, giudicate inefficaci e inutili per il raggiungimento dei propri obiettivi produttivi. Per l’Unione Sindacale di Base la fuoriuscita dall'Associazione degli industriali è avvenuta dopo aver ottenuto la possibilità non più remota di licenziamenti individuali mediante accordi sindacali come previsto dall'articolo 8 della recente manovra finanziaria”.

“Le varie forme di flessibilità di assunzioni oraria, degli straordinari evidentemente non soddisfano le fameliche ambizioni del metalmeccanico milionario che in nome della competitività e del dio mercato equipara i lavoratori ad un qualsiasi costo aziendale e come tale va contenuto o all'occorrenza dimezzato, lasciando inalterati i ritmi produttivi con l'introduzione del sistema ergo-uas, non  risorse umane da valorizzare e premiare. Questa decisione unilaterale non comporterà conseguenze per i vertici aziendali mentre per noi lavoratori verranno meno le garanzie contenute nel C.C.N.L.”.
 


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