Economia

Nuovo ospedale: la consulente della Asl boccia su tutti i fronti il project financing

Febbo chiede alla Regione di abbandonare il progetto, mentre Sara Marcozzi invoca le dimissioni di D'Alfonso e Paolucci

Il project financing per il nuovo ospedale continua a collezionare pareri negativi, arrivati sulla scrivania del direttore generale Pasquale Flacco. E oggi Mauro Febbo, consigliere regionale di Forza Italia, promette di vigilare “tutte le prossime mosse della Regine Abruzzo. E’ mia intenzione - ha spiegato stamani in conferenza stampa - fare piena chiarezza circa l’istruttoria del project financing presentato dalla Icm del gruppo Maltauro sul nuovo ospedale di Chieti che sta assumendo risvolti da telenovela grazie alla forzatura e l’insistenza da parte del Presidente della Regione”.

Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il deputato Fabrizio Di Stefano, il consigliere comunale e provinciale Emiliano Vitale e i consiglieri comunali di Chieti Marco D'Ingiullo e Stefano Costa. 

“Innanzitutto - spiega Febbo - è tranciante la relazione della dottoressa Veronica Vecchi, docente di Public Management presso l’Università Bocconi (consulente nominata dalla Asl, ndc), che in 16 pagine demolisce la fattibilità del project financing proposto dalla Maltauro. La professoressa entra nei particolari e ritiene il progetto non sostenibile perché si tratta di un modello di partnership pubblico-privato che ha già mostrato diverse criticità. Inoltre, dalla perizia si evince che il progetto non costerebbe 8 milioni e mezzo, ma 20 milioni. 

In più, nella documentazione consegnata alla presidenza della Regione Abruzzo, c’è una serie di pareri dei direttori di Unità operative complesse, che bocciano la fattibilità del Project financing al Santissima Annunziata. C'è il parere dell'ingegnere Vincenzo D'Amico che scrive: “L’importo iniziale di 5 milioni di euro proposto per acquisto di apparecchiatura elettrico-medicali, ritenute necessarie per l'apertura del nuovo ospedale, appare del tutto insufficiente per soddisfare le esigenze stimabili in circa 25 milioni di euro. Rispetto al disciplinare per la fornitura delle attrezzature medicali si rimarca l'assoluta sproporzione del valore minimo di acquisto per attrezzature”, e “per quanto riguarda il noleggio, manutenzione e strumentario chirurgico si evidenzia che c'è un aumento vertiginoso del 63% rispetto alla cifra che deriverebbe dal servizio in caso di affidamento attraverso gara”. 

Il direttore Pierlugi Galassi nella sua relazione, in merito alla congruità dei prezzi unitari dei singoli servizi indicati nel Pef, scrive che “risultano assolutamente elevati, sia rispetto ai prezzi del contratto Asl e sia ai prezzi di riferimento Anac, di una percentuale variabile tra il 120% e 140% in più”.

Circa il servizio Investimento, Patrimonio e manutenzione l'ingegner Filippo Manci evidenzia che i posti letto ricompresi nella nuova struttura sarebbero 404 e non 498 poiché gli  82 posti sono già attivi nel corpo M”. Ancora, il professor Cotroneo stronca il servizio di radiologia e medicina nucleare, Giuseppe Mariotti boccia i singoli servizi di anatomia patologica, farmacia, radiologia, terapia intensiva, dialisi, odontoiatria, e oncologia. Infine, la dottoressa Anna Suriani evidenzia l'incompatibilità dell'attività di cantiere ed il micro clima che dovrebbe esserci nei reparti di un ospedale.

Per questo, Febbo chiede all’amministrazione regionale di abbandonare “definitivamente questo progetto che ritengo da tempo folle e improponibile visto che non ha i piedi per camminare. È urgente, invece, lavorare in miniera spedita al fine di sistemare definitivamente  i complessi del Santissima Annunziata che risultano critici. Oggi è indispensabile non perdere più tempo nel completare quel lavoro intrapreso per dare all'ospedale di Chieti futuro certo e stabilità sanitaria”. 

Contro il project financing torna anche la consigliera regionale Sara Marcozzi, che invoca le dimissioni del governatore D’Alfonso e dell’assessore Paolucci, accusando: “Abbiamo perso 3 anni dietro l’arroganza e la supponenza di chi, al potere e alla guida di questa regione, è rimasto sordo alle criticità che noi evidenziammo quasi due anni fa. Siamo stati i primi a denunciare tutti i limiti di questo strumento entrando nel merito della proposta presentata dalla Maltauro: dall’eccesiva onerosità dei canoni, alle criticità rispetto ai servizi sanitari e non che sarebbero passati di mano alla società proponente, agli eccessivi costi proposti per la gestione dalla Società di progetto, alla mancata ripartizione del rischio in capo al proponente. Lo abbiamo fatto a costo zero, senza chiedere costose consulenze alla McDermott&Associati o agli esperti dell’iniversità Bocconi, perché si trattava solo di avere buon senso e buona volontà di studiare il corposo progetto e capire, numeri alla mano la sconvenienza a percorrere questa strada. Da due anni sosteniamo che il project financing dell'Ospedale di Chieri è un grosso affare solo per il proponente e, di certo, non per la Asl”.


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