Cronaca

Sequestrati 50 mila euro di shaboo, la droga sintetica che devasta il viso: era destinata alla costa teatina

La Finanza di Ortona ha anche confiscato i beni di una società di capitali e di una cooperativa, i cui titolari sono indagati per reati di dichiarazione fraudolenta

La Guardia di Finanza di Ortona ha sequestrato svariate dosi di marijuana e circa 200 grammi di una sostanza stupefacente chiamata “shaboo” (detta anche ice o crystal meth) denunciando alla Procura della Repubblica i relativi detentori. La sostanza, venduta al dettaglio in dosi, avrebbe fruttato circa 50 mila euro di profitto deferendo

Si tratta di una potente metanfetamina che, riferiscono i finanzieri, sta diffondendo anche lungo la costa pescarese/teatina e viene ottenuta sinteticamente, con un effetto stimolante fino a dieci volte maggiore della cocaina. Devastanti i suoi effetti collaterali: sarebbe in grado di annientare fame e senso di fatica per 14-16 ore, portare a comportamenti violenti e, se assunta per periodi medio-lunghi può persino portare alla completa devastazione del volto. 

Oltre alla lotta al traffico di stupefacenti, i finanzieri di Ortona, nell’ambito di una specifica attività di polizia economica-finanziaria, hanno proceduto al sequestro di due fabbricati (un laboratorio e un villino) ubicati nell’area della marrucina riconducibili ad alcuni soggetti che gestivano una società di capitali e una cooperativa, indagati per i reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti e per l’emissione di certificazioni fiscali surrettizie.

Il provvedimento cautelare, disposto dal gip del tribunale di Chieti, Antonella Redaelli - su richiesta del sostituto procuratore Giancarlo Ciani - è stato emesso sulla base delle risultanze di una verifica fiscale condotta dalle Fiamme Gialle  nel corso del 2016. L’attività operativa aveva portato alla luce una consistente evasione fiscale in quanto le imprese, riconducibili alle stesse persone fisiche legate da vincoli familistici, avevano occultato ricavi - nelle annualità oggetto di attenzione ispettiva - per circa un milione di euro, derivanti dall’ utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, i cui importi sono transitati susseguentemente nei modelli dichiarativi delle stesse aziende.

La misura del sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, ha consentito di aggredire il patrimonio personale degli indagati sino a concorrenza dell’importo dell’Iva evasa, pari a 136.350 euro.
 


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