Cronaca

Un esposto a tutela della salute dei lavoratori Sevel, Usb indice lo sciopero

Intanto i consiglieri regionali Smargiassi e Taglieri criticano il cosiddetto Ultimo miglio e invocano la sistemazione dell'area di sosta dei pullman

Sciopero indetto dalla Usb, alla Sevel di Atessa, per il turno di lavoro di recupero produzione previsto per sabato 30 marzo. 

In una nota, il sindacato spiega che

ridurre gli orari e ripartire il lavoro è uno dei modi più rilevanti per rispondere ai guasti provocati dalla crisi economica. A fronte del crescente livello della disoccupazione, in particolare di quella giovanile, la riduzione degli orari di lavoro può aiutare a difendere i livelli di occupazione.

Il rapido avanzamento dello sviluppo tecnologico (industria 4.0), tra l’altro finanziato dagli ultimi Governi con ingenti risorse pubbliche, provocherà la perdita di tantissimi posti di lavoro ed è un grave errore antistorico incentivare gli straordinari e ancor di più continuare a proporre i recuperi produttivi.

Per l’Usb è il tempo di ridiscutere un contratto capestro e ancor più un modello di lavoro che non ha futuro per i lavoratori. È tempo di chiedere una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario: la richiesta della Sevel di passare ai 17 turni è l’occasione per riprendersi la contrattazione di 2° livello negata dal Ccsl. La nostra proposta, già inviata a Sevel, di passare a 4 turni da 6 ore dal lunedì al venerdì ed un turno da 6 ore al sabato mattino può essere la base su cui discutere unitariamente per arrivare ad un risultato che soddisfi anche le esigenze dei lavoratori.

La Sevel, con la complicità dei sindacati firmatari del Ccsl, abituati al solito schema aziendale “il padrone comunica e loro eseguono”, ha sempre usato la stessa ricetta senza nemmeno prendere minimamente in considerazione ciò che noi abbiamo proposto per evitare di far ricorso allo straordinario e al recupero delle fermate produttive per responsabilità di certo non imputabili ai lavoratori.

Riteniamo del tutto improponibile continuare a proporre recuperi produttivi, crediamo sia corretto coprire le giornate di non lavoro con un Par collettivo, visto che è contrattualmente previsto, e consentire un riposo ai lavoratori ormai da diversi anni super sfruttati . Chiediamo che venga aperta una discussione democratica ed una trattativa per dar vita ad una organizzazione dei turni lavorativi 4.0 con riduzione dell’orario settimanale a parità di salario.

Il sindacato ha anche presentato un esposto ad Asl, Inail, Itl e alla procura di Lanciano, per denunciare le condizioni che mettono a repentaglio la salute dei lavoratori.

Intanto, alla Sevel, i consiglieri regionali del Movimento 5 stelle Pietro Smargiassi e Francesco Taglieri, si scagliano contro il cosiddetto Ultimo miglio, il piano di mobilità ideato per il trasporto dei dipendenti dell'azienda e di quelle collegate, che prevede quattro navette di diverso colore, per portare i lavoratori nelle varie fabbriche della Val di Sangro. 

I pentastellati denunciano diverse criticità: 

Un parcheggio privo di panchine, di pensiline e di tutto ciò che dovrebbe avere uno spazio adibito a terminal bus. A questa situazione, già assurda di per sé, si aggiunge il fatto che un cambio turno che per 30 anni è risultato veloce, con il passaggio dei bus nell'arco di 15/20 minuti, oggi è sostituito da un servizio di trasporto farraginoso che ha dilatato i tempi  su un arco temporale di oltre un'ora.

Diversi autobus arrivano verso le 13.30, fanno scendere i lavoratori su questo percheggio/terminal, poi alcuni sono costretti a salire sulle navette per arrivare alle piccole aziende dell'indotto dislocate sull'area industriale della Val di Sangro. Nel mentre, i numerosi operai Sevel aspettano i bus per far ritorno nelle loro case, anche se hanno timbrato l’uscita già da venti minuti. Pur comprendendo le ragioni di una maggiore economicità del servizio, è evidente che la soluzione scelta non funziona.

Gli stessi autisti dei pullman riferiscono di un malcontento generale: tensioni, screzi e momenti di difficile gestione, dovuti alle lunghe attese e ai rischi di perdere il mezzo per tornare a casa rendendo la giornata lavorativa davvero estenuante. Lo stress prodotto dalla stanchezza dovuta ad un’intensa giornata di lavoro, infatti, viene amplificato dalla percezione di una situazione caotica senza certezza di orari, dovuta dall’afflusso di numerosi pullman in un’area non attrezzata a riceverli e tutt’altro che confortevole per chi aspetta i bus.

I consiglieri si appellano ad Arap e Regione Abruzzo, affinché rendano l'area più accogliente e una vera e propria zona di sosta pullman.


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