Cronaca

L'unica biblioteca cittadina è un incubo: "Manca l'aria condizionata e gli orari sono insufficienti"

Francesca De Vincentiis, studentessa e componente della commissione Pari opportunità, scrive alla Regione per denunciare l'assoluta mancanza di luoghi idonei in cui studiare o consultare libri

La vecchia sede della biblioteca De Meis, inagibile da 12 anni

Dopo il "tour virtuale" delle biblioteche inesistenti sul sito istituzionale del Comune di Chieti, in molti si sono rivolti a ChietiToday per raccontare il loro disagio nella ricerca di una biblioteca in città, o semplicemente per denunciare che, effettivamente, in un capoluogo di provincia, non esiste un posto degno di questo nome. 

Tra i tanti, c'è Francesca De Vincentiis, studentessa e componente della commissione Pari Opportunità del Comune di Chieti, che pochi giorni fa ha inviato una lettera alla Regione, per far presente che "la situazione bibliotecaria a Chieti, che sottolineo essere capoluogo di provincia e sede di un'università di dimensioni consistenti, è inaccettabile".

Nella lettera, Francesca De Vincentiis descrive in maniera concreta ciò che ogni giorno si trovano a vivere studenti, ricercatori e normali fruitori di una biblioteca. Una quotidianità da incubo, che rende complicato anche preparare semplicemente un esame.

"Io e tantissimi altri utenti della biblioteca ora inagibile e posta in via della Liberazione - racconta - ci ritroviamo a dover raggiungere la biblioteca De Meis, collocata al di fuori del centro storico e con orari assolutamente non idonei. La biblioteca in questione è sfornita di aria condizionata funzionante (perché, nonostante le numerose sollecitazioni del personale, dalla Regione non è stata data risposta alcuna), tanto che per questo motivo è stato emesso avviso di chiusura per il mese di agosto nell'orario pomeridiano".

Ma a luglio, mese di esami universitari, studiare lì dentro "è stato un inferno, con temperature che spesso sfioravano i 40°. Inoltre, anche laddove la biblioteca rispetti il normale orario di apertura al pubblico, è possibile fruirne di pomeriggio solo il martedì e il giovedì, come se fosse un ufficio comunale; da ciò si evince la totale noncuranza da parte della regione verso le istanze della cittadinanza teatina. Per ottenere risultati come quelli di Sulmona, o per avere una biblioteca efficiente come quella di Teramo, città in cui frequento l'università, cosa dobbiamo fare? Scendere in piazza e urlare? Non credo dovrebbe essere necessario al fine di ottenere semplicemente il riconoscimento di un nostro diritto, per il quale generazioni hanno urlato per anni. Chieti - conclude - non è una provincia di serie B".


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