Cronaca

L’agonia della lettura: in cinque anni in Abruzzo chiuse 81 biblioteche

Lettera aperta al presidente della Regione di Tito Viola, presidente AIB Abruzzo nonché direttore della biblioteca di Ortona: "E' pericoloso ed incivile lo stato di abbandono delle biblioteche pubbliche"

 Un’agonia culturale senza fine quella delle biblioteche pubbliche in Abruzzo che in soli cinque anni, dal 2010 al 2015, hanno registrato una contrazione pari al 55%. Ottantuno su 147 infatti le biblioteche che hanno abbassato definitivamente la claire, lasciando moltissime comunità medie e piccole del territorio senza quello che spesso è l’unico  punto di documentazione e informazione  per i cittadini.
 
A denunciare, con una lettera aperta al presidente della Giunta Regionale Luciano D’Alfonso, la grave crisi che sta vivendo il sistema bibliotecario abruzzese è Tito Viola, presidente AIB Abruzzo, nonché direttore della biblioteca comunale di Ortona: “Sono numeri impressionanti, che escono non solo da uno studio specifico condotto dall’AIB Abruzzo, ma anche dall'indagine Cepell del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (2014) realizzata in collaborazione con ANCI, ISTAT e AIB. Ecco perché abbiamo deciso di scrivere al presidente della Regione chiedendo un incontro urgente per affrontare in maniera costruttiva una questione che sta a cuore non solo a noi bibliotecari, ma soprattutto ai migliaia di cittadini/utenti che ogni anno si recano in bliblioteca”. 

Anche la recente acquisizione delle quattro  biblioteche ex provinciali di Chieti, Pescara, L'Aquila e Teramo, accolta inizialmente con favore in quanto si sperava potesse essere decisa al fine di migliorare e arricchire i servizi delle stesse, sembra invece aver determinato un’ulteriore crisi di risorse professionali ed economiche, di pari passo con quella già esistente nelle Agenzie per la Promozione Culturale.

In provincia di Chieti sono 19 le biblioteche risultanti eleggibili dal rapporto Cepel, 8 di queste hanno risposto al questionario dell’Aib dal quale è emerso che 5 erogano il servizio di prestito interbibliotecario e hanno l’emeroteca, quasi tutte il wi-fi e il servizio di promozione della lettura. La metà di queste non annovera al suo interno la presenza della figura del bibliotecario. Mancano invece i dati circa il patrimonio librario e il numero dei prestiti nelle biblioteche teatine.

Per Tito Viola c’è assoluto bisogno di “un intervento politico, progettuale e gestionale ad ampio respiro sul breve e lungo termine. Proprio per questo noi dell’AIB Abruzzo rilanciamo la proposta di legge avanzata già del 2015 insieme ad altri soggetti,  per istituire un Sistema Bibliotecario Regionale capace di valorizzare le realtà bibliotecarie grandi e piccole e connetterle tra loro sul piano della programmazione, degli interventi e del sostegno” . 


 
Gentile Presidente, 
le scriviamo per evidenziare lo stato di abbandono delle biblioteche pubbliche in Abruzzo, situazione che ormai da alcuni anni va peggiorando per la mancanza di politiche di programmazione a breve e lungo termine, capaci di delineare un orizzonte stabile per il sistema abruzzese delle biblioteche di pubblica lettura. Si tratta di una vera e propria emergenza rilevata fin dall’anno scorso non soltanto da uno studio specifico condotto in Abruzzo dalla nostra Associazione, ma anche dall’indagine istituzionale promossa da ANCI, ISTAT e Centro per il Libro e la Lettura del Ministero Beni Culturali. Da essi risulta che in Abruzzo, negli ultimi 5 anni, sono stati chiusi il 55% dei servizi bibliotecari per le comunità, e anche la recente acquisizione delle biblioteche ex provinciali, in un primo momento accolta con favore in quanto si sperava fosse stata decisa al fine di migliorare e arricchire i servizi delle stesse, sembra invece determinarne una ulteriore crisi di risorse professionali ed economiche, di pari passo con quella già esistente nelle Agenzie per la Promozione Culturale. 

In un contesto internazionale che vede il nostro Paese al 34° posto tra quelli OCSE per le competenze linguistiche e di lettura e solo 25°, sui 50 paesi più sviluppati, per le competenze informative (fattore fondamentale quest’ultimo, ancora secondo stime OCSE, affinché un Paese sia capace di sviluppare performance in ambito economico) questo stato di cose è ormai insostenibile, tenendo anche conto da un lato della qualità dei patrimoni che hanno le biblioteche ex provinciali, ad oggi prive di programmazione e di direzioni competenti, e dall’altro della fondamentale funzione delle biblioteche comunali e locali che costituiscono luoghi quasi unici di documentazione e informazione proprio nelle comunità disperse medie e piccole del nostro territorio che ne hanno più bisogno. L’immobilismo regionale, ad oggi evidente, sta creando disservizi dannosi per gli utenti, e rischia di accompagnare questi importanti servizi per la formazione dei cittadini verso il disfacimento: una pessima memoria futura per questo Governo regionale. 
Ci rendiamo conto, naturalmente, che nella grave emergenza di questo inizio d’anno il problema che le stiamo ponendo possa sembrare secondario, ma quello che ci preme sottolineare è l’assoluta necessità di un intervento di indirizzo programmatorio e gestionale che sottragga questa situazione alla via della dissoluzione, per restituire una prospettiva di rete a tutte le biblioteche pubbliche, a iniziare dalle ex biblioteche provinciali. E’ necessario quindi avviare un progetto di sistema regionale condiviso e competente che non si limiti ad affrontare soluzioni provvisorie o tecniche, ma elabori un quadro progettuale e politico di lungo respiro come ormai sta avvenendo, o è già avvenuto, in quasi tutte le regioni italiane. 

Già nel 2015 la nostra Associazione, insieme ad altri soggetti, presentò una proposta di legge in merito. In essa si propone una nuova visione legislativa per istituire un Sistema Bibliotecario Regionale capace di valorizzare le realtà bibliotecarie grandi e piccole e connetterle tra loro sul piano della programmazione degli interventi e del sostegno, di stabilire standard di qualità e adottare strategie di accreditamento, unitamente alla costituzione di un vero e proprio Servizio bibliotecario della Regione, accompagnato opportunamente con uno specifico Osservatorio. 
Al fine di contribuire a possibili soluzioni, mettiamo a disposizione le nostre competenze professionali e le rinnoviamo, come in altre precedenti occasioni, la richiesta di un incontro che affronti con urgenza queste tematiche per il miglior sviluppo culturale del nostro Abruzzo. 

 

Il presidente regionale AIB 
Sezione Abruzzo 
Tito Vezio Viola 
 


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