Attualità

Archeologia, scavi in piazza San Giustino: scende in campo lo Speleoclub

Voglia di storia. All’indomani della conferenza stampa congiunta Soprintendeza-Comune di mercoledì scorso, cresce l’interesse in città per la più ampia comprensione delle origini della nobile Teate. Già nei primi giorni dei sondaggi si era registrato il silenzioso sit-in del Fronte Comune Teatino avverso l’eventualità di rinterro tout-court degli scavi, seguito dalla richiesta di incontro, per un costruttivo confronto, avanzato alla Soprintendente, dottoressa Rosaria Mencarelli, anche da altre sigle [oltre allo stesso FCT, Oggi a Chieti, Theate, La politica al servizio delle idee, Fantastico Abruzzo].

Oggi a scendere in campo, anzi … in piazza San Giustino, è lo Speleoclub Chieti con una iniziativa improntata al vero e proprio “servizio” nei riguardi del nostro patrimonio archeologico. Una offerta formale di disponibilità, per garantire l’apporto qualificato di una squadra di speleologi nell’indagine del cunicolo rinvenuto nei pressi della canaletta che custodiva la finissima testina di Venere degli inizi I sec. d.C., è stata presentata dallo storico sodalizio teatino, fondato il 1 ottobre 1963, ai vertici della Soprintendenza e dell’Amministrazione comunale, che ora verificheranno i termini di “ingaggio” dei volontari. Non sarebbe la prima volta che gli speleologi teatini sono pronti a collaborare con le Istituzioni in teatri d’indagine e di rilievi idonei ad accertare natura e conformazione del sottosuolo, nonché la presenza di ambienti ipogei, come quello indagato proprio a San Giustino nell’agosto del 2018, e di canalizzazioni appartenenti ad opere idriche, dalla romanizzazione ai nostri giorni. Lo Speleoclub Chieti offre le più ampie garanzie di competenza ed efficienza per potersi mobilitare, in brevissimo tempo, in teatri di necessità su richiesta delle autorità competenti, nonché nelle aree pubbliche necessitanti di sondaggi esplorativi e di ricognizioni in cavità e in percorsi sotterranei naturali od artificiali.

Da diversi anni, inoltre, l’associazione di via Galiani, presieduta da Fabrizio Di Primio, cura le visite guidate nella Chieti sotterranea. Frequentatissime, e su prenotazione, quelle alla via Tecta, la stupenda galleria romana insistente sotto palazzo De Majo, attuale sede della Fondazione Banco di Napoli, ed al collegato sistema idrico realizzato grazie al mecenatismo di Dusmia Numisilla che, per l’appunto, finanziò il restauro della rete idrica costruita da Caio Asinio Gallo. Soddisfazione sulla possibile intesa programmatica per l’esplorazione del cunicolo apertosi all’attenzione degli archeologi in piazza San Giustino è stata espressa dal funzionario della Soprintendenza, dottoressa Rosanna Tuteri, responsabile scientifico dei sondaggi; mentre sono in corso valutazioni preliminari, per quanto di competenza, da parte del settore lavori pubblici del Comune, diretto dall’Ingegner Paolo Intorbida, e dal management dei lavori di riqualificazione dell’area [architetti Lucia Morretti, direttore dei lavori, Ivonne Elia, progettista del progetto esecutivo, Gianfranco Scatigna e Maria Cicchitti, direttori operativi]. Si cercherà di capire l’andamento e le dimensioni del cunicolo, la cui apertura, ricompresa fra porzioni murarie romano-medioevali, è parzialmente occlusa da terreno di riporto, e ciò per stabilire se esso realizzi un percorso in qualche modo ascrivibile a pertinenze del Carcere Centrale di Chieti, prima borbonico e poi del Regno d’Italia, oppure se evidenzi altra estrazione.

Ed al riguardo vale la pena ricordare come, il 29 gennaio di quest’anno, Fabrizio Di Primio, Gabriele La Rovere ed Aurelio D’Urbano [in rappresentanza dello Speleoclub Chieti], il professor Giuseppe Francesco De Tiberiis, già magistrato, ed il professor Gabriele Obletter, studioso e scrittore, abbiano consegnato alla Soprintendenza un carteggio attestante l’esistenza nell’area di Colle Gallo di una rete di “cunicoli ritenuti sconosciuti e disegnati in pianta”.

Le evidenze prodotte, in una nota diffusa il 13 marzo 2020 dal dottor Giuseppe La Spada, responsabile dell’ufficio comunicazioni della Soprintendenza, sono state così definite dalla Soprintendente, dottoressa Rosaria Mencarelli: “Documenti che contribuiscono alla conoscenza della storia della città e quindi alla tutela delle preesistenze teatine”. Diversi gli spunti offerti dal carteggio. Innanzitutto quelli di cronaca nera dell’epoca: sentenza della “Sezione di Accusa” della Corte d’Appello di L’Aquila del 4 aprile 1873 con la quale vennero rinviati a giudizio davanti la Corte d’Appello di Chieti sei degli otto evasi nella rocambolesca fuga notturna, del 6 novembre 1871, avviatasi da un foro praticato sotto la “compressa criminale [cella per i condannati a morte o al carcere a vita] numero 3” e proseguita nel sottostante condotto, e due guardiani giudicati negligenti, mentre per altri due evasi, nel frattempo deceduti, il procedimento venne dichiarato estinto.

E poi gli spunti legati all’assetto urbanistico del Colle e, dunque, anche alle presenze archeologiche atteso che la mappatura prodotta agli archeologi evidenzia almeno tre condotti che a valle di largo Cavallerizza si riuniscono in un cunicolo di 49 metri degradante verso ovest. Ora, il cunicolo rinvenuto in piazza San Giustino, e che, autorizzazioni permettendo, dovrà essere svuotato ed indagato, impatterebbe, come direzione, verso il basamento del campanile, quindi in un punto diverso dalla zona di fuga degli evasi ma non è da escludere che possa trattarsi del terminale opposto, ossia verso la piazza, di uno dei predetti cunicoli confluenti a valle. Come corollario, non sono altresì da escludere, per chi scrive, due suggestive, alternative supposizioni.

Ossia che il cunicolo da indagare possa essere invece legato alla basilica inferiore della Cattedrale, cioè il primo nucleo della chiesa neocristiana [IV secolo] mai fino ad oggi rinvenuta e la cui esistenza sotto il livello dell’attuale chiesa patronale potrebbe essere in qualche maniera connessa alle segrete per un brevissimo tratto indagate nell’ottobre del 2018 muovendo dalla cripta. O anche alle pertinenze di manufatti [cisterne, terrazzamenti o strutture augustee/inizi I secolo] di quello che sempre più appare come secondo polo, rispetto all’Arce della Civitella, della città romana. Il polo di Colle Gallo, luogo evocativo nel quale mitologia e scienza si sono magicamente incontrati.

Oscar D’Angelo


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